Come si interpretano gli spaghetti?

di Lorenzo Pietra

Oggi vi parliamo di uno strumento molto utilizzato nella meteorologia, soprattutto amatoriale: gli spaghetti Ensemble.

Gli spaghetti rappresentano uno strumento sintetico in grado di fornirci alcune informazioni utili sui parametri atmosferici, anche se spesso e volentieri, per la loro semplicità, se ne fa un vero e proprio abuso. Quando facciamo riferimento agli spaghetti ci riferiamo alle carte Ensemble, cioè quelle carte nelle quali vengono rappresentate (o individualmente o come media) tutte le possibili “perturbazioni” di un modello meteorologico: lo stesso modello viene fatto girare più volte, a partire da condizioni iniziali rese volontariamente appena diverse, andando così ad elaborare numerose previsioni deterministiche (21 nel caso di Gfs). Del resto come ben sappiamo, a causa della stretta interazione tra fenomeni atmosferici e della forte sensibilità dell’evoluzione dell’atmosfera alle condizioni iniziali, l’attendibilità delle previsioni meteorologiche è ottima soltanto nel brevissimo termine e cala in modo esponenziale man mano che la previsione si spinge verso il medio/lungo termine. Per questo motivo i principali centri meteorologici ricorrono alle previsioni d’ensemble, cercando di rendere più affidabile le previsioni oltre le 120/144h.

Negli spaghetti possono essere rappresentati vari parametri atmosferici; nella loro versione più comune e diffusa troviamo:

  • Temperatura ad 850 hPa delle varie perturbazioni;
  • Media trentennale delle temperature ad 850 hPA e media delle varie perturbazioni;
  • Precipitazioni.

Il range temporale rappresentato è pari a 15 giorni.

A scopo esemplificativo prendiamo in esame gli spaghetti del modello americano GFS (i più diffusi ed utilizzati in rete, anche se a partire da qualche mese vengono pubblicati su internet anche gli spaghetti Reading e Gem):

 

 

In questo grafico possiamo osservare, appunto, i parametri atmosferici previsti dal run ufficiale (in colore verde con un bordo più spesso rispetto agli altri) di concerto con le altre 20 perturbazioni del modello (la cui legenda è raffigurata a sinistra con numero e colore). Possiamo vedere le temperature ad 850 hPa previste, con la linea rossa che rappresenta la media trentennale e la linea bianca che rappresenta, invece, la media di tutte le perturbazioni. Sul fondo sono raffigurate le precipitazioni previste (da 0mm ad un massimo di 50mm) per il periodo suddetto.

 

Gli spaghi sono uno strumento molto interessante, in quanto permettono all’utilizzatore:

  • Di farsi un’idea circa la temperatura al suolo (ricavata dalla quota ad 850 hPa) e le precipitazioni previste per i prossimi 15 giorni (affidabilità ovviamente via via minore con l’aumentare del range temporale);
  • Di osservare se c’è concordanza o discordanza tra le varie perturbazioni. Questa forse è l’informazione più importante, in quanto consente di capire se il run ufficiale è isolato ovvero allineato alla media delle altre perturbazioni. Spesso e volentieri si attende l’uscita degli spaghi Gfs per capire se la strada battuta dall’ufficiale è convincente oppure c’è ancora molta incertezza e bisogna ancora aspettare alcuni run per stilare una tendenza previsionale più affidabile.

 

Allo stesso modo, come anticipato in apertura, non bisogna andare oltre queste informazioni ed è giusto chiarire che per poter fare una buona previsione meteorologica è necessario fare riferimento ad altre carte meteorologiche. Ad esempio, la temperatura ad 850 hPA nulla ci dice sulla qualità dell’aria (argomento sul quale torneremo nelle prossime edizioni); possiamo facilmente intuire che la stessa isoterma possa portare valori al suolo molto diversi a seconda della sua estrazione (pensiamo in inverno come l‘aria continentale sia molto più fredda al suolo rispetto a quella polare-marittima). Allo stesso tempo, anche sulle precipitazioni possiamo avere soltanto un’idea di massima, in quanto sono altri gli strumenti da utilizzare in questo campo: del resto i GM (General Model) non possono individuare correttamente le precipitazioni su scala microclimatica, avendo un passo di griglia troppo ampio. In questo campo bisogna fare riferimento ai LAM (Local Area Model) e soprattutto all’esperienza.