Tendenze meteo III* Decade di Gennaio 2015

di Matteo Tiberti

Analisi previsionale di tendenza per il periodo attinente alla III* decade del mese in corso, compresa tra il 21 e il 31 Gennaio.

Correnti di matrice polare marittima alla conquista del Mediterraneo, poi possibile svolta artico-continentale con SCAND +? Torna l’Inverno sull’Italia con neve a bassa quota sulle Alpi e a quote medio-basse sull’Appennino.

 

 Situazione generale

 

L’andamento barico sta lentamente mutando sui nostri comparti, a causa di una discesa di aria polare-marittima nord atlantica sull’Europa occidentale. L’aria fredda a contatto con le acque del Mediterraneo va approfondendo una saccatura che sta apportando tempo perturbato già da ieri al Nord, e in misura minore oggi su parte del Centro, in concomitanza con un primo moderato calo termico verso valori più consoni al periodo. Si tratta di un quadro che ci traghetterà a condizioni meteorologiche via via più invernali, dopo un lungo periodo di sopramedia diffuso e con tempo generalmente anticiclonico, privo di spunti interessanti per gran parte dei meteo-appassionati.

 

 Immagine satellitare del tempo in atto questa mattina sulla nostra Penisola: tempo instabile al Nord e parte del Centro, ancora piuttosto buono al Centro-Sud.

 
 
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Il cambio della guardia è imputato ad un allentamento della corda zonale che permetterà all’Anticiclone delle Azzorre di poter erigersi nei suoi territori atlantici con tutte le conseguenze del caso. La novità è che stavolta, potenzialmente, potremmo avere a che fare con una svolta più duratura in chiave invernale, e non il solito “fuoco di paglia” mordi e fuggi.

 

Fin’ora, come avrete potuto constatare, le condizioni climatiche si sono mantenute a lungo stabili in questo Gennaio, merito dell’Anticiclone che ha messo radici sull’Italia e zone limitrofe a seguito della poderosa (…e rapida) irruzione gelida di fine anno, la quale, come ricordiamo, ha portato temperature notevolmente sotto la norma e ingenti nevicate lungo i settori del medio-basso Adriatico, nonché su località assolutamente restie a tali fenomeni (vedasi la neve a Palermo, Messina, Siracusa ecc.). La prima metà del mese o poco più è perciò trascorsa generalmente mite e soleggiata, salvo una fugace strusciata fredda a cavallo dell’Epifania che ha coinvolto principalmente il basso Adriatico con clima più freddo e locali nevicate oltre i 6-700 m. Sulle nostre zone centrali tirreniche il tempo si è mantenuto sempre buono e dai connotati simil-primaverili, d’altra parte gli unici disturbi sono stati arrecati da strati nuvolosi medio-bassi (in gergo ligure “maccaja”) incapaci di generare precipitazioni degne di nota se non locali pioviggini: si tratta di una situazione abbastanza tipica della stagione fredda quando le regioni affacciate sul Tirreno si vengono a trovare nel ramo ascendente dell’HP, sotto un letto di blande correnti disposte da W/SW. Va da sé che le temperature alte e la completa assenza di precipitazioni sui settori centro-settentrionali della Penisola si sia tradotta in una scarsità di neve in montagna, e quindi un innevamento più consono alla tarda Primavera che non al cuore dell’Inverno!

 

Ora questa “stasi” atmosferica è finalmente giunta al termine, difatti la disposizione delle principali figure bariche è destinata lentamente a mutare: da ieri, come già accennato, il tempo è peggiorato sul NW dove la neve sta tornando a scendere a quote medie sulle Alpi e Prealpi, mentre è in atto qualche piovasco in pianura. Una prima boccata d’ossigeno per le nostre montagne! Ma come evolverà il tempo nell’ultima decade di Gennaio, corrispondente tradizionalmente al periodo più freddo dell’anno? Essendo questa una previsione a medio-lungo raggio, risulta suscettibile a cambiamenti man mano che ci avviciniamo al periodo di riferimento, tuttavia gli ultimi aggiornamenti dei principali centri di calcolo ci danno a grandi linee un’idea di come potrebbe evolvere il tempo sull’Italia, e in misura più “nebulosa” sui nostri settori centrali-tirrenici.

 

 

Rapido sunto del tempo previsto per i prossimi 3 giorni

Da oggi e fino a Martedì il tempo sarà moderatamente instabile sull’Italia, con rovesci alternati ad ampie schiarite, causa un susseguirsi di vortici nord-atlantici che vanno ad alimentare un ampio sistema depressionario sul bacino del Mediterraneo. Avvertiremo anche un un primo modesto calo termico verso valori più consoni alla media, in modo particolare al Centro-Nord, Etruria compresa, anche se il vero freddo complice la qualità dell’aria sarà ancora molto lontano! Di conseguenza la neve conquisterà solo le quote medio-basse del Nord qualora vi saranno sufficienti precipitazioni; tuttavia in questa prima fase non si avranno fenomeni nevosi sulle zone di pianura della Val Padana, esclusa qualche roccaforte piemontese. Sull’Appennino centrale qualche sfruzzata sarà possibile solo oltre i 1200 m, ancora più in alto al Sud (> 1500 m); in quest’ultima parte del Paese i fenomeni saranno più intensi nella giornata di Lunedì. In ogni caso gli apporti nivometrici saranno ancora scarsi, giusto un assaggio in vista di qualcosa di più corposo nei giorni successivi, che ben gioverà al settore turistico montano.

 

Tendenze generali per la III decade

 

Entriamo di fatto nella III decade del mese, e analizzando le mappe previste a 500 Hpa per le 00z di Mercoledì prossimo dalle ultime uscite dei modelli GFS e Reading, notiamo come l’arricciamento del Vortice Canadese permetterà una parziale “erezione” dell’Anticiclone in Atlantico, ragion per cui le depressioni precedentemente “strappate” dal getto principale (colme di aria polare-marittima), tenderanno ad approfondirsi isolandosi col suo “core” principale sull’Europa nord-occidentale. L’aria fresca ha cosi modo (in parte) di scendere verso Sud, andando ben presto ad interagire con il Mediterraneo: sarà l’inizio di una marcata fase di maltempo sulle nostre regioni.

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Più precisamente possiamo affermare che si andrà scavando tra Mercoledì e Giovedi una bassa pressione sui nostri mari nord-occidentali, la quale apporterà un rapido peggioramento del tempo al Centro-Nord con piogge diffuse e possibilità di neve a quote basse sul NW, probabilmente anche in pianura sul Basso Piemonte ed Emilia. Per quanto riguarda il resto dello Stivale, compresi i nostri territori centrali-tirrenici, si evince che almeno in questa fase, stante la tipologia della massa d’aria, il freddo non riuscirà a penetrare in maniera marcata sul Centro-Sud dove le nevicate si avrebbero a quote variabili a seconda della latitudine, ma permanendo comunque sempre ai limiti della bassa montagna (7-800 m) anche durante il passaggio del ramo freddo dei fronti. C’è da sottolineare che data la distanza, ancora non vi è una perfetta sincronia tra i 3 principali modelli (Ukmo, GFS e Reading) sull’ubicazione dei minimi, che variano a seconda dell’entrata dell’aria fredda (Rodano, Carcassone o addirittura giri più larghi verso l’Iberia). Il modello americano ad esempio vedrebbe ad oggi una struttura depressionaria decentrata più ad Ovest sin da subito: in tal caso il freddo (aria polare-marittima) tenderebbe a scorrere troppo a occidente, mentre l’Italia (in particolare il Centro-Sud) si troverebbe sotto un prolungato richiamo moderatamente mite. Questa ipotesi tenderebbe a non premiarci (lato freddo e neve) anche nei giorni successivi, con rapida ripresa delle vorticità zonali e spanciata alto-pressoria sull’Italia.

Situazione prevista da GFS per le 00z di Venerdì: ciclogenesi ampia sul Mediterraneo centro-occidentale. Tempo moderatamente instabile sull’Italia ma con neve solo a quote di montagna su gran parte delle zone. 
 
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Diversa la situazione prevista da Ukmo e Reading, soprattutto in termini di tempo perturbato-freddo sull’Italia, in quanto la discesa polare-marittima entrerebbe con maggiore convinzione dalla porta del Rodano, generando un susseguirsi di minimi tra Mar Ligure e Alto Tirreno. Le condizioni meterologiche sarebbero quindi decisamente più compromesse rispetto all’ipotesi di GFS, con quota neve un po’ più bassa anche sul Centro Italia, anche grazie al rovesciamento di aria molto fredda in quota in caso di violente precipitazioni. Temperature in deciso calo e molta neve sui nostri monti, comprese le alte quote Cimine!

 

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Questa soluzione (Ukmo e Reading) potrebbe tornarci maggiormente utile anche nei giorni successivi, qualora l’HP Atlantico si andasse a congiungere temporaneamente con il suo collega Russo-Scandinavo (SCAND +), facendo cosi veicolare in modo retrogrado correnti di matrice artico-continentale (ben più fredde!!) sui territori dell’Europa centro-settentrionale.

A questo punto si possono fare 2 ipotesi per i giorni seguenti e fino a fine mese
  • Il Ponte non tiene: la nuova ripresa del VP non permetterebbe una lunga durata dello SCAND +. Il matrimonio Atlantico-Russia verrebbe interrotto sul nascere, premuto da nuovi centri di vorticità in arrivo dall’Atlantico: sull’Italia arriverebbero solo sbuffi freddi da NE con successiva spanciata alto-pressoria. Tempo freddino nel complesso con qualche nevicata a bassa quota sulle adriatiche, ma nessuna irruzione gelida e nevosa degna di nota.
  • Il Ponte tiene: qualora la corda zonale rimarrà contenuta si verrebbero a creare le condizioni per una maggiore tenuta dello SCAND +, di conseguenza la depressione presente sull’Italia aggancerebbe (rinvigorendosi) aria sempre più fredda da NE, con possibilità di neve in varie zone della Penisola (anche al Centro-Sud). La ferita a carattere freddo sarebbe lenta a guarire e l’Inverno farebbe la voce grossa sino a fine mese.

Le Esemble Reading possono darci un’idea su quello che potrebbe accadere per l’extra-long

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Notiamo la ferita a carattere freddo sul Mediterraneo centrale, mentre l’HP delle Azzorre cerca un connubbio con il possente Anticiclone Russo-Scandinavo. L’aria artico-continentale sarebbe in parte agganciata dalla depressione italica con possibilità di tempo più freddo e nevoso in molte zone del Paese. 

Ci troviamo in ogni caso in territorio “fanta”, per cui la previsione è suscettibile a variazioni nel corso dei prossimi giorni a seconda delle uscite modellistiche e dei principali indici. Ad oggi possiamo comunque affermare che qualora andasse in porto l’ipotesi di una prolungata frenata zonale, l’ultimissima parte del mese trascorrerà freddina e talvolta nevosa (impossibile dire ora esattamente dove) per reiterazione di fredde correnti orientali richiamate sull’Italia dalla profonda ferita barica presente sul Mediterraneo.
Il raffreddamento quota/suolo previsto nella prossima settimana sulle zone centro-orientali del Vecchio povrebbe agevolare questa ipotesi, contrapponendosi le velleità del Vortice Canadese. In tal caso i giorni della Merla trascorrerebbero pienamente invernali, come tradizione vuole. Non ci troveremmo di fronte a un evento di gelo storico, ne probabilmente avvicinabile a quello di Capodanno, tuttavia le temperature risulteranno generalmente sottomedia, in attesa di qualcosa di più sostanzioso che potrebbe avvenire nella prima parte di Febbraio, grazie a un VP indebolito su tutta la colonna stratosferica, e maggiormente decentrato sul settore euro-asiatico (cosa buona per l’Europa ed il Mediterraneo) nonché ad un Anticiclone termico redivivo sul settore Euro-Asiatico.
Se invece dovessero ricrearsi le condizioni per un ripristino della zonalità, il tempo si rimetterà con temperature che rimarranno in linea con la media stagionale.
Conclusioni: dopo questa lunga pausa di riflessione, un Inverno più dinamico e freddo tornerà in campo, gradualmente, senza troppa irruenza, nella sua fase stagionale più “matura”; di conseguenza, seppur in assenza di un evento di grande rilevanza, le occasioni di freddo e neve a quote basse potrebbero non mancare, in particolare al Nord nella prima fase, e in seguito, probabilmente, sul resto della Nazione.