La leggenda del Lago di Vico

Il mito della formazione dell’antico Lacus Ciminus

di Nicholas Fanicchia

In un precedente articolo abbiamo trattato della geologia dei Monti Cimini, soffermandoci sull’aspetto prettamente tecnico-scientifico. Ora, invece, intendo illustrarvi un altro aspetto, quello più curioso, folkloristico, quasi fiabesco, ovvero quello della leggenda della formazione del Lago di Vico.

Come detto, il lago (e la sua caldera circostante) è quello che rimane di uno stratovulcano che, dopo l’ultima attività esplosiva-eruttiva, è collassato su sé stesso dando origine alla forma che lo contraddistingue. Al giorno d’oggi, il punto più alto dell’intero apparato è rappresentato dai 965 metri della vetta del Monte Fogliano (dove abbiamo collocato una webcam consultabile al seguente link —> https://www.cemer.it/webcam-monte-fogliano/), mentre originariamente era alto ben più di 2500 metri: la differenza è notevole ed emblematica, quindi pensate a quanto materiale (cenere, lava, lapilli, bombe vulcaniche) è stato eruttato durante l’ultima grande esplosione, sparato a decine di chilometri di distanza!
Magra consolazione: il Lago di Vico ha un’altitudine media (calcolata sullo specchio d’acqua) di 507 metri sul livello del mare, il che lo premia come il lago naturale più alto d’Europa!

Veduta panoramica del Lago di Vico

(Veduta panoramica del Lago di Vico – fonte: Luca Bellincioni)

Questa è la vera genesi del lago, ma forse non tutti sanno che esiste una leggenda legata alla formazione dello stesso, che si lega alla distruzione della famosa città di Troia. In seguito a quanto raccontato da Omero nelle sue opere, infatti, molti abitanti della città ormai distrutta si trasferirono e sbarcarono sulle coste del Lazio. Mentre alcuni andarono a sud (vedi Enea e la leggenda sulla formazione di Roma), altri si diressero verso nord, stabilendosi nelle zone della Tuscia in cui oggi abitiamo. E sono proprio questi “primitivi”, forse i primi abitanti “moderni” di queste terre, che ci hanno tramandato la leggenda sulla formazione del Lago di Vico: protagonista della storia è il semidio Ercole, uno dei figli di Zeus, che si trovava sui Monti Cimini alla ricerca delle ninfe Melissa e Amaltea. Famoso per la sua forza, gli abitanti del posto lo pregarono per dargliene una dimostrazione e fu così che Ercole, forse infastidito dalla troppo invadenza, scagliò nel terreno la sua clava con quanta più forza poté, sfidando chiunque riuscisse ad estrarla. Vani furono i tentativi della gente del luogo: uomini grandi, grossi, possenti e vigorosi fecero la fila per provare ad estrarla, ma nessuno riuscì a smuoverla. Fu così che, arrivata la sera, il semidio decise di dare un’ennesima dimostrazione della sua potenza, strappando con violenza la clava sotto le urla e l’incitamento dei presenti. Ma poco dopo dal foro sgorgò tanta acqua che in poco tempo inondò i prati circostanti, lasciando esterrefatti coloro che assistettero allo spettacolo la mattina successiva: si trovarono di fronte al lacus ciminus, quello che oggi conosciamo come il Lago di Vico.

Ecco svelata la leggenda del Lago di Vico nelle sue origini mitologiche.

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Dipinto sulla volta di una stanza di Palazzo Farnese a Caprarola